24 Mar Critica della paura
Da più parti, in questo periodo, si sente ripetere questo ammonimento:”Non bisogna avere paura”. Questo perchè è ormai accertato che l’emozione paura è in relazione con lo squilibrio del sistema immunitario e con il suo indebolimento. Ora, se questo è perfettamente vero, è anche vero che la cosa più sbagliata da fare con una persona impaurita è dirle:” Non devi avere paura!”
Da quel momento quella persona, non solo continuerà ad avere paura (la paura, come qualsiasi altro sentimento, non obbedisce ai comandi della neo cortex, ovvero della nostra razionalità) ma, da quel momento, avrà anche “paura della paura”.
E allora? Se vogliamo sciogliere le nostre paure, la prima cosa da fare è accorgerci di averle, non certo reprimerle.
Ci sono due tipi di paure:
- la paura sana, quella che giustamente ha il diritto e il dovere di essere ascoltata e seguita. Potremmo chiamarla la paura consigliera. Questa ci permette di tutelare e proteggere la comunità a cui apparteniamo.E’ il giusto timore, per esempio, di essere contagiati e di danneggiare noi stessi e gli altri. Ci induce a prendere precauzioni (stare in casa, distanziarci dagli altri etc.). Può generare momenti di ansia, di preoccupazione e di depressione in modo transitorio e legato alla realtà che stiamo vivendo nel qui ed ora. Cessa una volta che è cessato il pericolo.
2. Il panico, quella paura incontrollabile e viscerale, che sale dalla pancia e ci pervade, ci possiede, e genera angoscia; ha una radice antica in noi, è qualcosa che ci abita da sempre. Forse si tratta di vissuti infantili, delle paure dei nostri genitori, quelle che ci hanno trasmesso senza volerlo. Sono messaggi del tipo “Là fuori c’è pericolo” oppure “Il mondo è cattivo”.Oppure potremmo aver conservato informazioni di altre epoche storiche, quando c’era il pericolo di morire di fame, o per una banale influenza. Si tratta di trasmissioni generazionali, che viaggiano da un sistema familiare ad un altro, come impronte incancellabili. Questo secondo tipo di paure deformano la percezione della realtà che viviamo oggi.
Ambedue queste paure vanno vissute e accolte, cercando di distinguere in noi quello che è giusto temere nel momento attuale, e quello che proviene da serbatoi di memoria cellulare, da esperienze remote non elaborate (un bambino molto piccolo non ha la capacità di dare nome alle proprie emozioni, le vive con tutto il corpo e le traduce immediatamente in blocchi muscolari).
Se le due paure si sommano, confondendosi tra di loro, possono generare un senso di invasione misto ad impotenza. Come riconosciamo questo stato? Quando fuggiamo in ideazioni paranoiche, per esempio, e anziché dire a noi stessi che ancora stiamo lottando con i fantasmi del passato, cominciamo a edificare storie di persecuzione (il virus creato in laboratorio ? Il nemico che ci minaccia?). Quante se ne sentono! La maggior parte di queste ideazioni si trasformano in fake news, in notizie senza fondamento, destinate, paradossalmente, a rassicurare quanti si sentono in balia di qualcosa di più grande, qualcosa che ci sottrae il potere del dominio sulle cose.
Insomma, queste ideazioni sono strumenti di difesa creati dalla mente, allo scopo di controllare l’ambiente. Se devo riconoscere che la natura è più forte di me, mi sento piccolo e smarrito: questa sensazione di indeterminatezza è difficile da accettare.
Infine, l’ultimo gradino di questo percorso è la rabbia. Se il nemico è fuori e se il mondo mi vuole male, allora mi devo armare, devo “lottare contro”: divento distruttivo.
La rabbia è un sentimento derivato dalla incapacità di stare con le proprie paure. E’ “paura della paura”. Questa trasformazione da paura in rabbia cieca, causa una diminuzione della nostra energia vitale, ci indebolisce e ci divora come un mostro interiore. Ecco quale percorso segue la paura per attaccare il nostro sistema immunitario.
Quindi, per mantenerci forti e in salute, accettiamo un paradosso: possiamo renderci conto di quanto siamo piccoli e vulnerabili e stare in contatto con questo sentimento di fragilità. Ecco perchè la frase “Non bisogna avere paura” è dannosa o, quantomeno, perfettamente inutile.